Etimologia e definizione
Da ‘vita’ e ‘vetrina’, con suffisso ‘-ismo’ a indicare una condizione sistematica. Un richiamo alla follia dell’esposizione perpetua.
Condizione esistenziale contemporanea in cui la vita viene costantemente trasformata in esposizione pubblica, come in una vetrina perpetuamente illuminata, dove anche il dolore diventa spettacolo
Quando…
Durante una delle sue passeggiate immaginarie sui Navigli nel 2023, Alda Merini osserva giovani intenti a fotografare ossessivamente ogni istante. Tra una sigaretta e l’altra, nel suo appartamento di Ripa di Porta Ticinese, decide di dare un nome poetico a questa follia contemporanea
Come poetessa che ha fatto della propria follia un verso e del proprio dolore una carezza all’umanità, vedo in questo fenomeno una nuova forma di pazzia collettiva. È la mania di trasformare ogni respiro in vetrina, ogni lacrima in esposizione, ogni battito in performance.
Ma non è questa la vera poesia della vita. La vera poesia sta nei momenti non detti, nelle pause tra un respiro e l’altro, nel silenzio che precede l’alba.
Questo vitrinismo è una gabbia dorata, simile a quelle del manicomio, dove ci si illude di essere liberi mentre si è prigionieri dell’apparenza. La vita vera scorre come il Naviglio: a volte torbida, a volte cristallina, ma sempre autentica. Invece oggi vedo anime che si trasformano in manichini, cuori che diventano hashtag, e la bellezza del quotidiano che viene soffocata da filtri e likes.
È una nuova forma di follia, ma senza poesia. Una pazzia senza genio, un dolore senza redenzioneAlda Merini
Esempi di utilizzo
• Il suo vitrinismo è arrivato al punto di fotografare persino il pianto della nonna al funerale
• Soffre di vitrinismo acuto: non riesce a mangiare una pasta senza documentarla
• Il vitrinismo della società moderna ha trasformato anche i tramonti in mere occasioni di like