In un’epoca in cui la comunicazione digitale via messaggio è diventata predominante, abbiamo ritenuto fondamentale esplorare come questa modalità di interazione stia influenzando i comportamenti sociali e le relazioni interpersonali. Per approfondire questo tema, abbiamo realizzato un’intervista impossibile con Gregory Bateson, antropologo e teorico della comunicazione, la cui analisi dei livelli comunicativi e il concetto di ‘doppio legame’ risultano sorprendentemente attuali nel contesto digitale.
Prima di rispondere alle nostre domande, fedele al suo metodo, Bateson ha insistito per osservare la redazione al lavoro, studiando i nostri pattern comunicativi digitali con la stessa attenzione che dedicava ai rituali balinesi….
The Impossible Review: Professor Bateson, la comunicazione digitale via messaggio è diventata la modalità dominante di interazione per miliardi di persone. Come interpreta questo fenomeno alla luce della sua teoria della comunicazione?
Gregory Bateson: Vedete, quando parliamo di comunicazione, non possiamo limitarci a considerare il semplice scambio di informazioni. Quello che sta accadendo con la messaggistica digitale è la creazione di un nuovo ecosistema mentale, un sistema di differenze che generano differenze, per usare la mia definizione di informazione. La peculiarità di questo sistema è che opera simultaneamente su molteplici livelli logici di comunicazione, creando una complessità che molti non riescono a percepire.
TIR: Può spiegarci meglio questi livelli logici nel contesto della messaggistica digitale?
GB: Certamente. Prendiamo un semplice messaggio di testo. Abbiamo il contenuto esplicito, che corrisponde al primo livello logico. Poi abbiamo il meta-messaggio sulla relazione, veicolato dall’uso di emoji, dalla tempistica di risposta, dalla lunghezza del messaggio. E infine abbiamo il contesto più ampio: il medium stesso comunica qualcosa sulla natura della relazione. È un’orchestrazione di livelli comunicativi che crea quello che ho chiamato ‘doppio legame’, ma in forme nuove e più sottili.
TIR: A proposito di doppio legame, vede delle analogie tra questo concetto e le dinamiche della comunicazione digitale?
GB: Oh, le analogie sono sorprendenti e preoccupanti. Prendiamo un esempio concreto: immaginate di ricevere un messaggio importante da un collega alle 23:00. Le spunte blu di questa vostra WhatsApp mostrano che l’avete letto. Si crea immediatamente un doppio legame: se rispondete subito, stabilite il precedente che siete sempre disponibili, violando il vostro diritto alla disconnessione. Se non rispondete, pur avendo letto, rischiate di apparire scortesi o disinteressati. E se decidete di disattivare le spunte blu, venite percepiti come poco trasparenti nelle relazioni.
O consideriamo le chat di gruppo di lavoro: dovete mostrare coinvolgimento reagendo ai messaggi con emoji appropriate, ma simultaneamente si presume che stiate lavorando concentrati sui vostri compiti. È un altro doppio legame: essere costantemente ‘presenti’ nella chat mentre si mantiene la produttività.
E cosa dire delle relazioni personali? Un giovane può gestire più conversazioni parallele: deve rispondere velocemente per mantenere vivo l’interesse, ma se appare troppo reattivo viene percepito come “disperato”. Deve mostrarsi spontaneo e autentico, ma ogni messaggio è in realtà accuratamente calibrato. Questi sono i nuovi doppi legami che plasmano i comportamenti sociali, generando livelli di ansia e stress che la mia generazione non poteva nemmeno immaginare.
TIR: Come influisce questo sistema di comunicazione sulla nostra capacità di costruire e mantenere relazioni significative?
GB: La questione è cruciale. La comunicazione digitale sta creando quello che chiamerei un nuovo ‘pattern che connette’, ma paradossalmente questo pattern spesso disconnette. La rapidità e la facilità di comunicazione hanno creato l’illusione di una maggiore connessione, ma hanno anche impoverito la ricchezza della comunicazione analogica – gesti, tono di voce, postura – che è fondamentale per la costruzione di relazioni profonde. È come se stessimo creando una nuova epistemologia, un nuovo modo di conoscere e relazionarci, ma non siamo ancora evoluti per gestirla pienamente.
TIR: Quali potrebbero essere le conseguenze a lungo termine di questo cambiamento nell’ecologia della mente?
GB: La mia preoccupazione principale riguarda la frammentazione della nostra percezione dell’interconnessione sistemica. Prendiamo l’esempio di una discussione familiare: un tempo si svolgeva durante la cena, con tutta la ricchezza del contesto – i gesti, le espressioni, il cibo condiviso, il rituale dello stare insieme. Oggi la stessa discussione può frammentarsi in decine di messaggi nell’arco della giornata, ognuno decontestualizzato, privato della sua dimensione sistemica.
Quando in “Mind and Nature” ho scritto dell’interconnessione tra mente e natura, sottolineavo come ogni comunicazione sia parte di un sistema più ampio. La comunicazione digitale, con la sua tendenza a ridurre tutto in unità discrete – messaggi, emoji, like – rischia di farci perdere la percezione di questa complessità sistemica. È come se stessimo sezionando una danza in singoli fotogrammi, perdendo il senso del movimento.
D’altra parte, potremmo essere testimoni dell’emergere di nuove forme di consapevolezza sistemica: penso ai giovani che riescono a mantenere simultaneamente il senso di molteplici contesti comunicativi, sviluppando forse nuove capacità di percepire pattern e connessioni che la mia generazione non poteva immaginare.
TIR: Che consiglio darebbe alle generazioni attuali per gestire meglio questa rivoluzione comunicativa?
GB: La chiave è sviluppare quello che chiamo ‘deutero-apprendimento’ – imparare ad imparare – nel contesto digitale. Dobbiamo diventare consapevoli dei pattern della nostra comunicazione digitale, riconoscere i doppi legami in cui ci troviamo e sviluppare la capacità di muoverci tra diversi livelli logici di comunicazione. Soprattutto, dobbiamo ricordare che la mappa non è il territorio: un messaggio di testo non è la relazione, è solo una parte di un sistema più ampio di connessioni e significati.
Glossario dei Concetti Chiave
- Doppio legame: Situazione comunicativa in cui un individuo riceve messaggi contraddittori o incongruenti che creano un dilemma irrisolvibile
- Ecologia della mente: Sistema interconnesso di idee, informazioni e comunicazioni che forma la base del pensiero e della cultura
- Deutero-apprendimento: La capacità di ‘imparare ad imparare’, ovvero di riconoscere pattern e contesti di apprendimento
- Pattern che connette: La matrice di connessioni che lega tutti gli esseri viventi e i sistemi di comunicazione
- Livelli logici di comunicazione: Gerarchia di messaggi e meta-messaggi che caratterizza ogni atto comunicativo
Riferimenti Bibliografici
- Bateson, G. (1972). Steps to an Ecology of Mind. Ballantine Books
- Bateson, G. (1979). Mind and Nature: A Necessary Unity. E.P. Dutton