La recente tensione diplomatica tra Zelenskyj e Trump, come riportato da Internazionale, solleva questioni profonde sulla natura del potere, della verità e della giustizia in tempo di guerra. Abbiamo chiesto a Simone Weil (1909 – 1943), filosofa e attivista francese, di analizzare questa situazione attraverso la sua peculiare visione del potere e della forza. La sua esperienza diretta nella Guerra Civile Spagnola, che la portò a una profonda riflessione sulla natura della forza e del potere, unita alla sua analisi del rapporto tra verità, giustizia e oppressione, fornisce strumenti preziosi per comprendere le dinamiche attuali del conflitto ucraino.
La recente controversia tra il presidente ucraino Zelenskyj e il presidente americano Trump rivela, con drammatica chiarezza, come la forza delle parole possa diventare uno strumento di oppressione tanto potente quanto le armi convenzionali.
La manipolazione dell’informazione di cui parla Zelenskyj rivela una forma moderna di quella forza che, nei miei studi sull’Iliade, ho identificato come il potere di ridurre l’essere umano a cosa. Se nella guerra fisica questa forza ‘fa dell’uomo una cosa nel senso più letterale, poiché ne fa un cadavere’, nella guerra dell’informazione essa opera attraverso la negazione della realtà dell’altro. Quando Trump afferma che il consenso di Zelenskyj è al 4%, mentre i dati reali parlano del 57%, sta applicando questa stessa logica di annullamento: tenta di delegittimare l’esistenza stessa di una nazione attraverso la manipolazione della sua rappresentazione.
Il fenomeno dello ‘sradicamento’, che ho analizzato approfonditamente come la perdita di quelle radici vitali che permettono all’essere umano di nutrirsi moralmente, spiritualmente e culturalmente attraverso la reale partecipazione a una comunità vivente, trova qui una nuova e terribile incarnazione. L’Ucraina non sta semplicemente subendo un’aggressione militare; sta affrontando un tentativo sistematico di recidere i legami che permettono a un popolo di mantenere viva la propria vita morale e spirituale. L’esclusione dai colloqui di Riyadh ne è la prova più evidente: decidere il destino di un popolo senza la sua partecipazione è una forma di violenza che va ben oltre l’aggressione fisica, è un tentativo di privarlo della sua capacità di autodeterminazione e di partecipazione reale alla vita della comunità internazionale.
La dinamica della forza, che ho conosciuto direttamente durante la mia breve partecipazione alla Guerra Civile Spagnola, rivela qui una delle sue verità essenziali: la violenza trasforma in cose tanto chi la subisce quanto chi la esercita. Come nell’Iliade, dove i vincitori di oggi diventano i vinti di domani, tutti egualmente sottomessi alla forza, così in questa guerra dell’informazione vediamo ripetersi l’eterno ciclo: l’oppressore, già trasformato dalla forza che esercita, cerca di giustificare la propria violenza attribuendo alla vittima la responsabilità della sua condizione. È questa la doppia natura della forza: trasforma in cosa non solo chi la subisce, ma anche chi crede di possederla.
I media tradizionali e i social media, in questo contesto, diventano un doppio ostacolo all’attenzione, che nei miei scritti ho identificato come la facoltà essenziale per il contatto dell’anima con la verità. Se i primi possono distorcere la realtà attraverso una narrazione orientata, i social media, con il loro flusso incessante di informazioni frammentate e la loro natura immersiva, creano una doppia alienazione: non solo dalla verità dei fatti, ma dalla stessa capacità di esercitare l’attenzione profonda. Quando l’informazione si trasforma in propaganda e il dibattito in circoli autoreferenziali, quando le parole perdono il loro legame con il reale, si manifesta quella stessa forza che impedisce l’esercizio dell’attenzione autentica. È necessario, oggi più che mai, sviluppare la capacità di leggere il reale attraverso un’attenzione pura, libera dal peso delle opinioni precostituite e dagli interessi di parte. Solo attraverso questo sforzo di attenzione possiamo resistere all’illusione collettiva che la propaganda digitale e tradizionale genera e mantenere vivo il contatto con la verità
Ma c’è un aspetto ancora più inquietante in questa dinamica: la progressiva erosione della capacità di discernimento tra verità e menzogna. Quando Trump parla di ‘350 miliardi di dollari’ invece dei reali 114,2 miliardi documentati, come quando cita il 4% di consenso invece del 57%, non sta semplicemente cedendo alla forza che disumanizza: sta manifestando gli effetti della ‘pesanteur’, quella forza spirituale che, analogamente alla gravità fisica, trascina l’anima verso il basso, verso l’illusione e la menzogna. Solo attraverso la ‘grâce’, quella forza di elevazione spirituale che si oppone alla pesanteur, possiamo resistere a questa caduta. È un movimento dell’anima che, pur riconoscendo il peso della necessità materiale, trova la capacità di orientarsi verso la verità.
La soluzione a questa spirale di violenza e disinformazione non può che passare attraverso quello che ho sempre considerato l’unico antidoto possibile: l’attenzione alla verità. Non la verità come strumento di potere, ma la verità come riconoscimento dell’umanità dell’altro, come resistenza alla forza che trasforma gli esseri umani in cose.
In conclusione, ciò che sta accadendo nel conflitto ucraino non è solo una guerra di territori e risorse, ma una battaglia per la verità stessa. E in questa battaglia, il ruolo dei media e dei leader politici dovrebbe essere quello di preservare lo spazio della verità, non di contribuire alla sua dissoluzione. Solo attraverso questo riconoscimento della verità come valore supremo possiamo sperare di spezzare il ciclo della violenza e della manipolazione.
Glossario dei Concetti Chiave
- Forza (Force): Potere che opera nel mondo sociale e fisico, trasformando gli esseri umani in cose attraverso la violenza fisica o morale. Come analizzato nell’Iliade, è il potere che riduce l’essere umano a oggetto e, nel caso estremo, a cadavere.
- Pesanteur: Forza spirituale analoga alla gravità fisica. A differenza della force che opera orizzontalmente nelle relazioni di potere, la pesanteur agisce verticalmente, trascinando l’anima verso il basso, verso l’illusione e la necessità materiale.
- Grâce: Forza spirituale opposta alla pesanteur. È la capacità di elevazione che permette all’anima di resistere alla gravitazione morale attraverso l’attenzione alla verità e l’amore del bene.
- Sradicamento (Déracinement): Condizione di perdita delle radici vitali che nutrono moralmente e spiritualmente l’essere umano attraverso la partecipazione a una comunità vivente, alla sua tradizione e al suo ambiente naturale. Per Weil, è una delle malattie più gravi delle società moderne, che priva gli esseri umani della loro vera sostanza spirituale.
- Attenzione (Attention): Facoltà che permette il contatto dell’anima con la verità. È una forma di concentrazione totale che Weil paragona alla preghiera per la sua capacità di elevare lo spirito oltre le illusioni. È lo strumento principale per resistere sia alla force che alla pesanteur.
Riferimenti Bibliografici
- Weil, S. (1934). Réflexions sur les causes de la liberté et de l’oppression sociale
- Weil, S. (1940). L’Iliade ou le poème de la force
- Weil, S. (1947). La Pesanteur et la Grâce”
- Weil, S. (1949). L’Enracinement