1 Marzo 2025
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La scacchiera come campo di battaglia: Bertrand Russell sulla scomparsa di Boris Spassky

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Bertrand Russell ha preso la sua penna metafisica per inviarci alcune riflessioni sulla scomparsa di Boris Spassky. Di fronte alla partita finale del grande maestro di scacchi, il filosofo che ha contribuito a fondare la logica moderna non ha resistito all’elegante simmetria di questo incontro intellettuale. Come Russell ha esplorato i fondamenti e i limiti della matematica, così Spassky ha indagato le profondità di un gioco che, pur basato su regole precise, rivela possibilità infinite. In questa occasione di commiato, la mente analitica di Russell ci offre una prospettiva unica su una vita vissuta all’intersezione tra razionalità, creatività e le grandi tensioni geopolitiche del XX secolo.

Ricordo Spassky non come un eroe, ma come un uomo intrappolato nella grande partita della Guerra Fredda. La sua morte mi spinge a riflettere su come gli scacchi, questo microcosmo di logica pura, siano stati trasformati, in una determinata epoca storica, in campo di battaglia ideologico. Vi è qualcosa di profondamente ironico in questa strumentalizzazione: un gioco che rappresenta il trionfo della razionalità ridotto a propaganda irrazionale.

Gli scacchi incarnano quella tensione tra il conoscere per familiarità e il conoscere per descrizione che ho sempre considerato fondamentale nell’esperienza umana. La scuola sovietica aveva codificato il gioco in principi trasmissibili, in una conoscenza sistematica. Spassky, però, possedeva quell’intuizione immediata che non può essere interamente comunicata attraverso formule. È questo elemento inafferrabile, questa scintilla che sfugge alla completa formalizzazione, che rende interessante tanto il gioco quanto l’uomo.

Quando perse contro Fischer, il grande scacchista americano, nel 1972, Spassky compì l’atto più rivoluzionario possibile in un sistema totalitario: riconobbe una verità contraria all’ideologia dominante. L’Unione Sovietica aveva trasformato gli scacchisti in manifestazioni della superiorità del sistema socialista, ma Spassky, accettando la sconfitta con dignità, dimostrò quella devozione alla verità oggettiva che è l’unico fondamento possibile del progresso umano.

Le sue partite rivelano la stessa tensione tra semplicità e complessità che ho esplorato nel mio lavoro sulla logica. Come pochi principi logici possono generare l’intera matematica, così le regole limitate degli scacchi producono possibilità quasi infinite. Ma ogni sistema formale contiene elementi che non possono essere formalizzati – una lezione che gli scacchi insegnano con particolare eleganza e che Spassky incarnava con la sua creativa irriducibilità.

Il suo gesto più eloquente rimane quella straordinaria lettera a Bush nel 2004.

Per comprenderne la portata, dobbiamo ricordare che nel 1992, dopo due decenni di isolamento, Fischer riemerse per una ‘rivincita del secolo’ contro Spassky in Montenegro e a Belgrado, territori allora sotto embargo ONU. Dodici anni dopo, quando Fischer fu arrestato in Giappone su mandato americano proprio per aver violato l’embargo partecipando a quel match, Spassky scrisse al presidente Bush: ‘Mi arresti, mi metta in cella con Bobby Fischer e ci faccia avere una scacchiera’. In queste parole vedo affermato il principio che i diritti dell’individuo vanno difesi anche quando ciò contrasta con le politiche nazionali. Le barriere ideologiche sono costruzioni artificiali che ostacolano il progresso morale dell’umanità. Spassky lo dimostrò concretamente, rischiando la propria reputazione per un uomo che tecnicamente era stato suo nemico

Il suo ritratto di Fischer – “Bobby ha una personalità tormentata…  è onesto e altruista, ma assolutamente asociale… non si adegua al modo di vita di tutti, ha un elevatissimo senso della giustizia e non è disposto a compromessi né con sé stesso né con il prossimo” – rivela una comprensione della complessità umana che va oltre le semplificazioni ideologiche. In un’epoca di slogan e caricature, Spassky vedeva persone: contraddittorie, imperfette, irriducibili a semplici pedine politiche.

Mi sono sempre opposto tanto all’imperialismo occidentale quanto al totalitarismo sovietico, non per indecisione, ma per coerenza con principi che trascendono le contingenze politiche. Spassky ha navigato tra questi mondi mantenendo una propria bussola morale, pagando il prezzo dell’essere considerato insufficientemente patriottico da entrambe le parti. È questa integrità in tempi difficili che lo collega più profondamente alla mia esistenza.

Ora che ha concluso la sua partita, non abbiamo bisogno di santificarlo o demonizzarlo – ciò che merita è comprensione. Né un uomo né un atteggiamento possono essere compresi se considerati isolatamente dal loro contesto. Spassky può essere compreso solo nel contesto di un mondo diviso, di un gioco antico trasformato in propaganda moderna. La sua complessità ci ricorda che in ogni sistema – che sia la logica o la geopolitica – c’è sempre qualcosa che sfugge alla completa formalizzazione: l’irriducibile libertà dello spirito umano.

Glossario

  • Conoscenza per familiarità e per descrizione: Distinzione epistemologica centrale nel pensiero di Russell che differenzia tra la conoscenza diretta, intuitiva (familiarità) e quella teorica, sistematizzata (descrizione).
  • Verità oggettiva: Principio fondamentale nella filosofia russelliana, considerato l’unico fondamento possibile del progresso umano.
  • Sistema formale: Framework governato da regole precise e definite.
  • Match del 1972: Il campionato mondiale di scacchi tra Boris Spassky e Bobby Fischer, conosciuto come “Match del Secolo”, che assunse un significato simbolico nel contesto della Guerra Fredda.

Bibliografia

  • Russell, B. (1910). “Knowledge by Acquaintance and Knowledge by Description”
  • Russell, B., & Whitehead, A. N. (1910-1913). Principia Mathematica
  • Russell, B. (1949). “Authority and the Individual”

Bertrand Russell

Bertrand Russell

Matematico, logico e filosofo britannico di straordinaria influenza (1872-1970), ha rivoluzionato la filosofia analitica e la logica matematica con contributi fondamentali come la teoria dei tipi e i Principia Mathematica. La sua capacità di unire rigore intellettuale e impegno civile, razionalismo scientifico e umanesimo etico, offre un modello di intellettuale pubblico

Gian Mauro Zumbo

Gian Mauro Zumbo

Imprenditore seriale a cavallo tra trasformazione digitale, impatto sociale e turismo sostenibile, ho trasformato la mia cronica curiosità in professione. Tra un progetto e l'altro, mi sono lasciato catturare da una domanda: cosa direbbero i grandi del passato delle nostre sfide? È nato così un esperimento editoriale che usa l'impossibile come strumento d'indagine, mescolando ispirazione e immaginazione per creare ponti inaspettati tra epoche e saperi.

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