Piacere. Potere. Significato. Tre forze che plasmano l’esistenza umana, ma solo una rappresenta la vera bussola dell’animo. Viktor Frankl, che nelle tenebre dei lager nazisti trovò la luce di una rivoluzionaria intuizione psicologica, sostiene che non è la ricerca di piacere o potere a guidarci, ma quella di un senso profondo per la nostra esistenza.
In questo editoriale impossibile, il fondatore della logoterapia ci offre una prospettiva unica sulle inquietudini dell’uomo contemporaneo: pur in un’epoca di straordinari progressi tecnologici e materiali, molti si trovano intrappolati in un crescente vuoto esistenziale, indipendentemente dalla loro condizione economica.
Lasciatemi raccontare un episodio che ha segnato profondamente la mia comprensione dell’esistenza umana. Mentre ero nel campo di concentramento, in una fredda mattina, camminavamo a fatica verso il nostro luogo di lavoro. Un compagno accanto a me mormorò: “Se le nostre mogli potessero vederci ora! Spero che loro stiano meglio nei loro campi e non sappiano cosa stiamo passando.”
Questo mi fece pensare intensamente. La mia mente improvvisamente si staccò da quella miseria e mi ritrovai in un’altra situazione, come se fossi su un podio in una sala luminosa, calda e piacevole, dove stavo tenendo una lezione sulla psicologia del campo di concentramento. Tutto ciò che mi opprimeva in quel momento diventava oggetto di una ricerca scientifica che conducevo o che avrei condotto in futuro. Come per un miracolo, avevo appena trovato un significato al mio soffrire — dandogli un senso, un compito futuro — e quel soffrire venne trasformato.
Guardando i miei compagni infreddoliti, ebbi un’illuminazione fondamentale: stavamo tutti ponendo la domanda sbagliata. Non dovremmo chiedere “qual è il senso della vita?” come se pretendessimo qualcosa dall’esistenza. Dovremmo invece comprendere che è la vita stessa a interrogare noi. È la vita che ci pone domande attraverso le situazioni che affrontiamo ogni giorno, e noi rispondiamo con le nostre azioni e decisioni. Vivere autenticamente significa assumersi la responsabilità di queste risposte – non cercare cosa la vita dovrebbe darci, ma scoprire cosa essa richiede da noi in ogni particolare momento.
È curioso osservare il paradosso della vostra epoca. Anche nelle società dove i bisogni materiali sono largamente soddisfatti, emerge con forza ciò che ho definito “vuoto esistenziale” — una profonda sensazione di mancanza di scopo che si manifesta come depressione, dipendenze e aggressività. Questo conferma la mia convinzione che, una volta soddisfatti i bisogni primari, l’uomo non cerca semplicemente più comfort, ma significato.
Il mio stimato predecessore Sigmund Freud sosteneva che l’uomo cerca fondamentalmente il piacere. Il rispettabile Alfred Adler vedeva invece la volontà di potere come motore primario dell’azione umana. Permettetemi una metafora: Freud vedeva l’uomo come un essere guidato principalmente da impulsi da soddisfare, come uno stomaco affamato; Adler lo vedeva come un essere che cerca superiorità, come un pugno chiuso pronto a colpire. La mia logoterapia riconosce invece nell’uomo un essere che si interroga sul senso della propria esistenza: non una creatura spinta da bisogni da soddisfare, ma uno spirito chiamato a rispondere alle domande che la vita gli pone.
Quando ero nel campo di concentramento, notavo che alcuni uomini fisicamente robusti crollavano rapidamente, mentre altri, apparentemente più deboli, sopravvivevano. La differenza? Non era la forza fisica, né l’astuzia, ma la presenza di un significato. Come aveva intuito Nietzsche (e quante volte l’ho citato nei miei scritti!): “Chi ha un perché per vivere può sopportare quasi ogni come.”
Osservo il vostro mondo e la tecnologia vi ha liberato da molte necessità, ma questa libertà è a doppio taglio. Come dissi una volta: “La libertà è solo metà della storia. L’altra metà è la responsabilità.” Essere liberi da qualcosa ha valore solo se siete liberi per qualcosa.
Nei colloqui con i miei pazienti, molti esprimevano un senso di disorientamento esistenziale. Non sapevano quale direzione dare alla propria vita, quale significato cercare. Mi domando se, in un’epoca di infinite possibilità come la vostra, questa difficoltà non sia diventata ancora più complessa e sfaccettata. Non è semplice, in mezzo a tante opzioni e distrazioni, ascoltare quella voce interiore che ci guida verso ciò che dà senso alla nostra esistenza.
Ho visto nella mia pratica clinica — e vedo ancora oggi attraverso gli occhi dei vostri psicoterapeuti — tre modi principali in cui le persone tentano di riempire questo vuoto esistenziale:
Primo, ciò che chiamerei “iperattività”: lavorare freneticamente, consumare senza sosta. È come cercare di coprire il vuoto con il rumore.
Secondo, ciò che ho sempre definito semplicemente “conformismo”: fare ciò che gli altri fanno, pensare ciò che la maggioranza pensa. Nella vostra epoca questo si manifesta anche seguendo inconsapevolmente gli algoritmi e imitando gli stili di vita proposti dagli “influencer”, ma l’essenza rimane la stessa: la rinuncia alla responsabilità personale di trovare il proprio significato autentico.
Terzo, il rifugio nella “volontà di piacere”: la ricerca di gratificazioni immediate attraverso varie forme di edonismo, dalle dipendenze comportamentali all’uso di sostanze.
Quando questi tentativi falliscono – e inevitabilmente falliscono – vedo emergere ciò che in termini clinici definisco “depressione noogena”: una tristezza che nasce non da conflitti psicologici ma dall’assenza di significato. Non è una semplice malattia da curare con farmaci, ma un grido dell’anima che chiede una risposta esistenziale.
Ma come trovare significato in questo mondo frenetico? Permettetemi di condividere un segreto che può sembrare paradossale: il significato non può essere creato o inventato, ma solo scoperto. Non è dentro di noi, ma fuori, nel mondo. Questa è l’essenza di ciò che definisco “autotrascendenza” – la capacità specificamente umana di andare oltre se stessi, di raggiungere qualcosa o qualcuno diverso da sé. Più ci dimentichiamo di noi stessi dedicandoci a una causa o a una persona amata, più umani diventiamo e più realizziamo noi stessi.
Il significato si trova principalmente in tre aree.
Prima di tutto, in ciò che create e date al mondo — il vostro lavoro, le vostre opere, i vostri contributi. Ricordate: non è importante qual è il vostro lavoro, ma come lo fate.
Secondariamente, in ciò che prendete dal mondo attraverso esperienze e incontri — l’amore, la natura, l’arte. Queste esperienze spesso rivelano ciò che davvero conta per noi. Per aiutare i miei pazienti a scoprirlo, ho usato spesso questa domanda: “Immagini di essere sul letto di morte e di guardare indietro alla sua vita. Quali esperienze significative rimpiangerebbe di non aver vissuto?” La risposta contiene spesso il seme del significato, rivelando quali esperienze avrebbero arricchito la loro esistenza.
Da ultimo, nell’atteggiamento che assumete di fronte a situazioni immutabili, davanti alla sofferenza inevitabile. Ho incontrato persone con disabilità grave che hanno trovato più significato nella loro vita di magnati miliardari. Non è ciò che vi accade, ma come scegliete di rispondere.
Queste tre vie verso il significato – creare, sperimentare e atteggiamento verso la sofferenza – non sono compartimenti stagni, ma dimensioni interconnesse dell’esistenza umana. Nel mio lavoro clinico, ho osservato come l’integrazione di questi percorsi conduca a ciò che potremmo chiamare una “vita pienamente vissuta”.
La mia speranza per voi, uomini e donne del futuro, è che possiate riconoscere questa fondamentale verità: non siete spinti principalmente dalla ricerca del piacere o del potere, ma dalla ricerca di significato. In questa consapevolezza troverete non solo la cura per il vuoto esistenziale, ma anche la chiave per una vita pienamente umana in un’epoca sempre più tecnologica.
Come ho scritto una volta, e lo ripeto ora per voi: “L’uomo è pronto e disposto a sopportare qualsiasi sofferenza, a condizione di potervi scorgere un significato.”
Glossario dei concetti chiave
- Logoterapia: Metodo psicoterapeutico fondato da Frankl, considerato il “terzo movimento viennese di psicoterapia” dopo la psicoanalisi di Freud e la psicologia individuale di Adler. Si concentra sul significato dell’esistenza umana e sulla ricerca di tale significato da parte dell’individuo.
- Volontà di significato: La motivazione primaria dell’essere umano, distinta dalla volontà di piacere (Freud) e dalla volontà di potere (Adler).
- Dimensione noogena: La dimensione spirituale o esistenziale dell’essere umano, distinta dalla dimensione psicologica e biologica.
- Autotrascendenza: Capacità umana di andare oltre se stessi verso qualcosa o qualcuno diverso da sé. Il significato si trova principalmente attraverso questa capacità di autotrascendenza.
Riferimenti bibliografici
- Frankl, V. E. (1946). Ein Psycholog erlebt das Konzentrationslager (Uno psicologo nei lager).
- Frankl, V. E. (1959). Man’s Search for Meaning: An Introduction to Logotherapy.
- Frankl, V. E. (1969). The Will to Meaning: Foundations and Applications of Logotherapy.