In risposta alla notizia riportata dal New York Post riguardo la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin sulla guerra in Ucraina, e in particolare all’affermazione ‘He wants to see people stop dying’, abbiamo chiesto a George Orwell di scrivere un editoriale. La scelta dell’autore di ‘1984’ e ‘La fattoria degli animali’ è particolarmente pertinente per la sua profonda comprensione dei meccanismi della propaganda politica, della manipolazione del linguaggio e della natura del potere totalitario. La sua esperienza come giornalista e la sua capacità di decodificare il double-speak politico lo rendono la voce ideale per analizzare questa dichiarazione carica di implicazioni.
Non è senza una certa ironia che mi trovo a commentare le parole ‘He wants to see people stop dying’ [vuole vedere le persone smettere di morire N.d.R.] pronunciate dal presidente americano Donald Trump riferendosi a Vladimir Putin. La frase, nella sua apparente semplicità, è un esempio perfetto di ciò che nel 1946 definii ‘political language designed to make lies sound truthful and murder respectable and to give an appearance of solidity to pure wind’ [linguaggio politico concepito per rendere vere le bugie e rispettabile l’assassinio, dando al vento una sembianza di solidità N.d.R].
La costruzione linguistica merita particolare attenzione. L’uso del verbo ‘want’ associato a Putin crea un’immagine di desiderio benevolo, mentre l’infinito ‘to see’ suggerisce una posizione di osservatore distaccato, come se il soggetto non avesse alcun ruolo attivo nella causazione delle morti che ora, presumibilmente, vorrebbe vedere cessare. È il tipo di costruzione che nel Ministero della Verità avremmo apprezzato per la sua sottile efficacia.
La dichiarazione presenta tutti gli elementi caratteristici della neolingua moderna: l’inversione della realtà, la semplificazione estrema di una situazione complessa e l’uso di una formulazione che rende impossibile pensare criticamente all’argomento. È come dire che il macellaio vuole vedere meno animali morire, ignorando deliberatamente il suo ruolo nel processo.
Ciò che trovo particolarmente interessante è come questa singola frase incarni perfettamente il principio del bipensiero: la capacità di accettare simultaneamente due credenze contraddittorie. Putin viene presentato contemporaneamente come un agente di pace e come il leader di una nazione in guerra, senza che questa contraddizione generi alcun cortocircuito logico nel discorso pubblico.
In ‘1984’, scrissi che ‘La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza’. Oggi, osservo con inquietudine come queste inversioni semantiche non siano più confinate alle pagine di un romanzo distopico, ma siano diventate parte integrante del discorso politico contemporaneo. La frase di Trump su Putin potrebbe tranquillamente essere uno slogan del Partito di cui parlo nel romanzo: ‘L’aggressore è pacificatore’.
È fondamentale notare come questa manipolazione linguistica serva a un preciso scopo politico: la creazione di una realtà alternativa in cui le responsabilità vengono dissolte nell’ambiguità semantica. È un processo che ho descritto in ‘Politics and the English Language’.
La vera perversione di questa dichiarazione risiede nella sua apparente ragionevolezza. Chi potrebbe essere contrario a ‘far smettere di morire le persone’? È proprio questa la forza della moderna neolingua: creare affermazioni apparentemente inattaccabili che nascondono la realtà invece di rivelarla.
Se dovessi riscrivere oggi ‘1984’, probabilmente non avrei bisogno di immaginare il Ministero della Verità: mi basterebbe trascrivere le conferenze stampa e le interviste dei leader politici contemporanei. La realtà ha superato la finzione in modi che nemmeno la mia immaginazione distopica aveva previsto.
Glossario
- Neolingua: Linguaggio artificiale ideato da Orwell in ‘1984’, progettato per limitare la libertà di pensiero
- Bipensiero: Capacità di accettare simultaneamente due credenze contraddittorie come ugualmente vere
- Double-speak: Linguaggio che deliberatamente oscura, camuffa o nega il proprio vero significato
- Post-verità: Circostanze in cui i fatti oggettivi sono meno influenti nel formare l’opinione pubblica rispetto agli appelli alle emozioni e alle credenze personali
- Ministero della Verità: Istituzione fittizia in ‘1984’ responsabile della manipolazione della verità storica e delle informazioni
Riferimenti Bibliografici
- Orwell, G. (1949). 1984 Nineteen Eighty-Four. Secker and Warburg.
- Orwell, G. (1946). Politics and the English Language. Horizon.
- Orwell, G. (1945). Animal Farm. Secker and Warburg.
- Orwell, G. (1938). Homage to Catalonia. Secker and Warburg.
- The Collected Essays, Journalism and Letters of George Orwell (1968). Secker and Warburg.