6 Febbraio 2025
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Walter Lippmann: ‘Trump ha perfezionato l’arte degli stereotipi politici che teorizzai un secolo fa’

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La strategia comunicativa di Donald Trump sta generando un vortice mediatico senza precedenti, con dichiarazioni sensazionali che vanno dalla trasformazione di Gaza in una ‘Costa Azzurra’ alla minaccia di impossessarsi del Canale di Panama. Per analizzare questa peculiare strategia di manipolazione dell’opinione pubblica, abbiamo intervistato Walter Lippmann, il padre della comunicazione politica moderna e autore di ‘Public Opinion’. La sua profonda comprensione dei meccanismi di formazione dell’opinione pubblica e della manipolazione mediatica lo rende l’interlocutore ideale per decodificare le attuali dinamiche della comunicazione politica trumpiana.

The Impossible Review: Mr. Lippmann, lei teorizzò il concetto di ‘pseudo-ambiente’ creato dai media. Come valuta la strategia comunicativa di Trump alla luce delle sue teorie?

Walter Lippmann: Quello che stiamo osservando è la perfetta incarnazione, portata all’estremo, dei meccanismi che ho descritto in ‘Public Opinion’. Trump ha compreso, seppur in modo intuitivo, che la realtà politica percepita dal pubblico è sempre una costruzione mediata, uno ‘pseudo-ambiente’ come lo definii io. Ed ha trasformato questa intuizione in una strategia sistematica di sovraccarico informativo.

TIR: Si riferisce alla tattica del ‘bang, bang, bang’ teorizzata da Steve Bannon?

WL: Esattamente. Quando in ‘Public Opinion’ analizzai come i media plasmano la percezione della realtà nel pubblico, non avrei mai immaginato che questi meccanismi potessero essere utilizzati in modo così spregiudicato. Il bombardamento quotidiano di dichiarazioni oltraggiose – come quella su Gaza – non serve tanto a comunicare contenuti, quanto a manipolare quello che chiamai ‘pictures in our heads’, le immagini mentali attraverso cui le persone interpretano la realtà.

TIR: In che modo questa strategia si differenzia dalla propaganda tradizionale?

WL: La novità sta nel paradosso: invece di costruire una narrazione coerente, Trump crea deliberatamente il caos informativo. È un’evoluzione estrema di quei meccanismi di controllo dell’opinione pubblica che ho descritto nei miei lavori. Non si tratta più di costruire il consenso attraverso una manipolazione sottile, ma di paralizzare la capacità critica dell’opinione pubblica attraverso un sovraccarico di stimoli contraddittori.

TIR: Lei parlò molto degli stereotipi nella comunicazione politica. Come si inseriscono nella strategia di Trump?

WL: Trump sta usando gli stereotipi esattamente nel modo che descrissi in ‘Public Opinion’. Quando parla di trasformare Gaza in una sorta di Costa Azzurra, sta manipolando gli stereotipi del lusso e del successo immobiliare che ha costruito nel corso degli anni. Non importa che sia irrealistico: gli stereotipi, come scrissi, sono più potenti dei fatti perché semplificano un mondo troppo complesso da comprendere.

TIR: Quale ruolo giocano i media in questo scenario?

WL: I media sono intrappolati in quello che definirei un ‘double bind’ comunicativo. Se ignorano le provocazioni di Trump, rischiano di mancare notizie potenzialmente importanti. Se le riportano, diventano involontari amplificatori della sua strategia. Si trovano dunque nella posizione che ho sempre evidenziato: non sono mai neutrali nella costruzione della realtà politica, ma partecipano attivamente alla creazione delle immagini nella mente del pubblico.

TIR: C’è un antidoto a questa strategia?

WL: La soluzione che proposi nel 1922 resta valida: l’educazione del pubblico alla comprensione dei meccanismi mediatici. Ma oggi aggiungerei che serve anche una nuova etica del giornalismo, capace di bilanciare il dovere di informare con la responsabilità di non diventare strumenti di manipolazione. I media devono imparare a distinguere tra il riportare le notizie e l’amplificare le strategie di distrazione.

Glossario dei Concetti Chiave

  • Pseudo-ambiente: L’ambiente mediato creato dai mezzi di comunicazione, distinto dalla realtà oggettiva
  • Stereotipi: Immagini mentali semplificate che mediano la nostra comprensione della realtà
  • Double bind comunicativo: Situazione paradossale in cui ogni scelta comunicativa produce effetti indesiderati

Riferimenti Bibliografici

  • Lippmann, W. (1922). Public Opinion. Harcourt, Brace and Company
  • Lippmann, W. (1925). The Phantom Public. Harcourt, Brace and Company
  • Lippmann, W. (1929). A Preface to Morals. MacMillan
  • Steel, R. (1980). Walter Lippmann and the American Century. Little, Brown and Company
Gian Mauro Zumbo

Gian Mauro Zumbo

Imprenditore seriale a cavallo tra trasformazione digitale, impatto sociale e turismo sostenibile, ho trasformato la mia cronica curiosità in professione. Tra un progetto e l'altro, mi sono lasciato catturare da una domanda: cosa direbbero i grandi del passato delle nostre sfide? È nato così un esperimento editoriale che usa l'impossibile come strumento d'indagine, mescolando ispirazione e immaginazione per creare ponti inaspettati tra epoche e saperi.

Walter Lippmann

Walter Lippmann

Giornalista e intellettuale tra i più influenti del pensiero politico americano del '900 (1889-1974), Lippmann ha profondamente plasmato la comprensione moderna dell'opinione pubblica e dei media. Le sue acute riflessioni sul ruolo dell'informazione nella democrazia e sulla formazione del consenso pubblico mantengono una straordinaria attualità nell'era della disinformazione digitale. Il suo concetto di "stereotipo" come filtro attraverso cui interpretiamo la realtà e la sua critica alla "democrazia fantasma" offrono strumenti preziosi per decodificare l'attuale ecosistema mediatico

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